- Sara Marini
- 12 avr. 2024
- 5 min de lecture
Dernière mise à jour : il y a 14 heures
Una farfalla da compagnia
Papillonner, mi piace questo verbo in francese. Io farfallo, tu farfalli,… In italiano sarebbe sfarfallare o svolazzare, ma non mi piace. Voglio un'altra traduzione, inventata da me, perché mi piace fare quello che voglio, quando voglio. Quindi: io farfallo. Mia mamma mi diceva sempre: “L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re”. Ma io ho continuato comunque a volere, allora agitandomi, come una farfalla ho preso il volo. Da un fiore all’ altro, da un orizzonte all’ altro, sempre sognando di un erba più verde. Perché sarà pur vero, forse: l’erba voglio non cresce nel giardino del Re… ma io sono una Regina. Allora io dico che basta un semplice malinteso per passare dal volere al volare. Si può andare così in alto che il panorama diventa uno stupendo paesaggio, senza dettagli apparenti con colori che si mescolano e sfumano tra di loro. È comunque ovvio che si va in su quando si vola no? Non è logico quando si dice per esempio “sono volata giù per le scale”. Che strano è volare giù, quando in realtà volare implica andare in su. Altrimenti è cadere. Come in inglese o in francese che si “cade innamorati” (fall in love, tomber amoureuse). Ma non si vola innamorati. Forse sono le farfalle che ti fanno solletico in pancia, sono proprio loro che ti fanno spiccare il volo. Andando troppo in alto però lo si sa: l’ossigeno viene a mancare, allora soffocando smettono di agitarsi facendoti cadere. Quindi si parla già del dopo e non si lascia una speranza al prima. Il dolore che si prova poi all’impatto, dipende da quanto in alto si era andati.
A quel punto si può addirittura morire, allora a dipendenza della nostra cultura quelli che rimangono vivi, sotterrano il nostro corpo pensando e sperando che andremo in cielo. È assurdo no? Rinchiudere sottoterra qualcuno pensando che riuscirà a spiccare il volo e raggiungere l’Eden. Eppure… immagino che la forza di volontà in quel momento sia suprema.
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Sono anni ormai che sono in volo, e da qui vedo laghi e montagne che colorano questo spettacolo di rilievi fluidi: in fin dei conti avevo ragione di volere. È così bello il mondo visto da quassù, che desidero rallentare l’agitazione per godermi il panorama. Ma se rallento poi cado e sono molto lontana dal suolo. Vedo anche le persone da qua su, così piccole e simpatiche nel loro effetto à pois: scorrazzano a destra e sinistra, si rincorrono si separano dormono bevono mangiano fanno la guerra fanno la pace dipendono l’uno dall’altra fanno l’amore fanno sesso scopano ridono piangono, vivono. Fanno tante cose e le fanno al volo. Ma volare è sinonimo di libertà, non so se si è davvero liberi a fare tante cose in fretta. Io comunque intanto voglio e volo. Non so bene cosa succederebbe se dovessi schiantarmi al suolo e rimanere insieme a questi piccoli puntini sotto di me. Sarei come una graziosa farfalla che vola di fiore in fiore, o sarei come l’albatros di Baudelaire che ha delle ali talmente belle e grandi che quando prova a camminare diventa goffo e fatica a spostarsi?
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Non so cosa sarebbe meglio: la farfalla in fin dei conti non vive molto a lungo e in oltre, se le si toccano le ali si rischia di spezzargliele, poi questa poveraccia rischia di non poter più volare. Non mi piace l’idea di diventare come un animale da compagnia. L’altro rischio sarebbe quello che con il contatto umano perderei certe di quelle scagliette colorate che compongono i bei disegni sulle ali, utili al riconoscimento dai miei simili. Immagino sarebbe una vita in una solitudine imposta dal trauma, di certo non sarebbe per scelta. La farfalla è così fragile, eppure a quanto pare basta un suo battito di ali per scatenare un uragano dall’ altra parte del mondo.
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L’albatros invece è una specie di eroe. È capace di vivere in ambienti difficili e ostili. Si adatta benissimo a venti che soffiano fortissimo, può volare per mesi senza sbattere le ali e senza fermarsi. Non hanno nessun predatore e non possono essere seguiti. Le coppie sono separate solo dalla morte: non so cosa succede ai single. Sta di fatto che è forse l’essere più libero che esista. Però appunto, poi quando lo si vede camminare con quelle ali maestose… che delusione.
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Forse allora sarebbe meglio essere che ne so…una rondine: uccello migratore che mangia in volo e che non va mai troppo in alto. In questa maniera potrei ammirare il paesaggio da più vicino e spiccare il volo leggiadra per non soffermarmi sulle piccolezze e sulle delusioni. Lascerei l’essere umano al suo fare e io rimarrei in pace nella mia vita in aria, abbastanza vicina al suolo che se dovessi cadere non mi farei neanche troppo male.
Tra l’altro, la rondine comune non presenta dimorfismo sessuale, è quindi quasi impossibile riconoscere i sessi dalla sola osservazione esterna. Difficile quindi sapere se l’erba voglio cresce nel suo giardino oppure no.
Una rondine, no ecco, voglio essere come quella rondine che se scendessi con i piedi per terra potrei ingannare tutti, ottenere quello che voglio da chi voglio, essere patriarcale o femminista secondo il bisogno. Amare donne o uomini, chissenefrega, tanto nessuno saprebbe come giudicare.
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Solo che il termine farfallare indica che c’è una farfalla di mezzo e non si è mai parlato di rondinellare.
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Qualcuno che passa il suo tempo a farfallare può essere considerato come una persona che non sa bene cosa vuole, allora cerca. Ecco come sono finita qua su: a forza di farfallare l’erba voglio, sperando che sia sempre più verde. Mi sento però stanca, il che non è degno di una rondine né di un albatros, e ho paura di un’ eventuale caduta libera. Che strano anche questo termine: caduta libera. Implica che quello spazio che separa l’alto dal basso è spazio di libertà. O forse si parla già del dopo caduta, come in amore.
Poco importa. In ogni caso, io continuo a volare e non mi lascio andare, perchè ho paura che cadendo da così in alto, mi spezzerei come le ali della farfalla. Allora cerco di continuo l’agitazione di quelle farfalle in pancia per evitare di sfracellarmi al suolo, col rischio poi di dover vivere laggiù dove si fanno le cose al volo senza che ciò implichi un decollo.
Non penso quindi che sarei come quella bella rondine che può fare ciò che vuole quando vuole…quindi forse mia mamma aveva ragione e anche il giardino della Regina è un semplice terreno brullo.
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